Il mio percorso formativo affonda le radici nella musica classica e si è evoluto attraverso il jazz, la musica etnica e molte altre forme di espressione. Ho studiato pianoforte e percussioni al Liceo Musicale Carlo Montanari, dove mi sono diplomata con il massimo dei voti, per poi continuare al Conservatorio di Verona, ottenendo un diploma accademico di secondo livello in pianoforte con lode. Attualmente frequento il terzo anno di Pianoforte Jazz presso Siena Jazz.
Nel corso degli anni ho avuto la fortuna di collaborare con musicisti di varia provenienza e di partecipare a progetti concertistici, orchestrali e di ricerca. Tra questi, l’Orchestra Interculturale Mosaika, con cui ho suonato in più di 50 concerti, contribuendo anche come compositrice. Parallelamente, sono attiva nel panorama della musica accessibile, collaborando con la community internazionale di Reaper, dove mi occupo di arrangiamenti e promozione di strumenti digitali inclusivi.
Essendo non vedente, ho sempre affrontato la musica con un approccio multisensoriale: la lettura braille, l’ascolto analitico, e l’utilizzo di tecnologie assistive come la barra braille mi hanno permesso di costruire un metodo personale e solido. Ho anche partecipato come consulente e relatrice a numerosi progetti europei, come Mus4VIP, DDMATH e MUVIE contribuendo allo sviluppo di strumenti e piattaforme per l’inclusione scolastica e musicale.
Le esperienze maturate in ambito accademico, artistico e tecnologico mi hanno portata a riflettere profondamente sul divario ancora esistente tra i musicisti vedenti e non vedenti. Da questa consapevolezza nasce la mia volontà di contribuire alla ricerca sull’accessibilità musicale, esplorando il potenziale delle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, per abbattere le barriere all’apprendimento e alla creazione artistica.
Nel mio blog condivido brani originali, racconti di esperienze, progetti a cui collaboro e riflessioni personali. È uno spazio aperto al confronto, alla sperimentazione e alla crescita, dove la musica è vista non solo come arte, ma anche come strumento di inclusione e trasformazione.
